Allenamento per il Cammino di Santiago

Allenamento per il Cammino di Santiago

L’allenamento per il cammino di Santiago è fondamentale, ma non per i motivi che credi. Immagini come possa essere possibile fare tutti i giorni 25 chilometri senza allenamento? C’è chi lo fa! Ecco perché in questo articolo voglio aiutarti a capire cosa aspettarti da questa avventura, come reagirà il tuo corpo e come prepararti prima di partire.

L’allenamento prima del Cammino di Santiago

Partiamo dalle basi. Sei qui per sapere se è necessario un allenamento per il Cammino di Santiago e come farlo. Ci arriveremo, prima però devi sapere delle cose importanti. Queste sono alcune delle domande che mi facevo durante la mia preparazione al Cammino di Santiago, a cui ho trovato risposta solo facendolo.

trekking cammino di santiago

Dopo quanti giorni arriva la fatica del cammino?

Il primo giorno è il più difficile e il più facile. Perché? Sarà il giorno con più dislivello, in cui inizieremo a metterci alla prova e in cui dovremo affrontare una tappa in montagna (se si parte da Saint Jean in Francia). Sarà il più facile perché non vedremo l’ora di partire per questa avventura.

Anche i giorni seguenti saranno carichi di emozioni e novità. Conosceremo persone, vivremo ogni esperienza al massimo. Potenzialmente, se non avremo esagerato con tappe troppo lunghe, la fatica non la sentiremo neppure. Il momento in cui inizieremo davvero a sentire la fatica del viaggio dipenderà dalla nostra testa.

Quando saremo stanchi fisicamente potremo semplicemente fermarci e fare di più il giorno dopo. Se non avremo “tirato” il nostro corpo, provocando tensioni e problematiche fisiche, non avremo grossi problemi. E se avremo caricato lo zaino nel modo giusto e con un peso limitato, nel giro di poco tempo il nostro corpo si abituerà a quel peso in più senza soffrirne. Ma quando saremo stanchi di camminare mentalmente, quello sarà davvero il momento complicato.

Il momento più duro del cammino

Spesso la testa cede in paesaggi monotoni, nelle zone industriali entrando nelle città o a bordo delle statali. Se avrete una forte motivazione, non ci sarà vescica o mal di schiena che vi fermerà. A costo di fare pochi chilometri al giorno, in qualche modo arriverete. Ma la vera stanchezza da temere è quella mentale. Quella che ti fa dire “Ma che ci faccio qui?“.

Ho visto persone con piedi distrutti, a cui il medico aveva consigliato di mollare, arrivare a Santiago in 30 giorni. Ho visto persone martoriate dalle vesciche che dicevano “Non ci sono se. Io a Santiago ci arrivo. Punto”. Ho visto anche chi soffriva dolori per tendiniti e talloniti piangere per il dolore e poi continuare la strada.

Non ho mai sofferto niente di tutto questo, forse grazie al mio allenamento, alle mie scarpe perfette e all’ascolto che ho fatto del mio corpo. Ma arrivata al dodicesimo giorno non ne potevo più. Sono entrata a Burgos per la strada della zona industriale che mi ha demolito psicologicamente. Non capivo più il senso di quel cammino. Non volevo più stare lì. Quella è stata la fatica più grande da superare.

Albergues Cammino di Santiago

Quanti chilometri al giorno fare durante il cammino?

Potrebbe sembrare una risposta inutile, ma quanti chilometri fare durante il cammino di Santiago è molto personale e dipende. Non credo che dipenda dall’allenamento, anche se vi allenate di più non ne farete di più, almeno non sul lungo periodo. Credo però che molto dipenda dalla conoscenza che avete di voi, del vostro corpo e della vostra capacità di ascoltare i segnali che il corpo vi dà.

In linea generale conviene partire con una media di 20/25 chilometri al giorno se siete in forma, anche meno se dall’allenamento avete capito che questo è troppo. Anche se siete allenati, consiglio di evitare di farne di più. Il vostro corpo si sta abituando a quella routine giornaliera e si sta abituando al peso dello zaino. Se esagerate rischiate di portarvi avanti affaticamenti che nel tempo si tradurranno in problemi fisici che faranno fatica a guarire.

Dopo una settimana di cammino potete valutare di farne di più se sapete che il vostro corpo ce la può fare. Nel cammino francese aiuta il fatto che dopo una decina di giorni il dislivello è sempre meno e quindi si è portati naturalmente ad aumentare i chilometri.

I miei numeri

Unicamente per darvi un’idea molto generica, io ho fatto il cammino in 28 giorni. I primi 10 giorni ho tenuto una media di 20 km al giorno. I secondi 10 giorni (nelle Mesetas) una media di 35 km al giorno. Gli ultimi giorni una media di 25 km al giorno.

Non ho mai avuto problemi fisici importanti, e neppure vesciche. Ho avuto male alla schiena di notte i primi giorni, fino a quando ho capito che era causato dal fatto che legavo lo zaino troppo basso sulle anche. Poi ho avuto fastidio a un ginocchio per un giorno, perché a causa di un polpaccio contratto non riuscivo a stendere bene la gamba. Era dovuto al fatto che non avevo fatto stretching per tre giorni, quindi è bastato un massaggio e qualche esercizio per risolverlo prima che si aggravasse. Capite quanto è importante ascoltarsi?

Prima di partire mi sono allenata per due mesi. Al tempo vivevo a 2000 m di altitudine, quindi anche questo ha aiutato. Facevo tra gli 8 e i 12 km la sera, a giorni alterni, in piana. Una o due volte a settimana facevo camminate più lunghe in montagna, che potevano variare molto in dislivello e lunghezza. Prima di partire ho fatto un’escursione di prova di 30 km con 1100 m di dislivello. Tutto questo è servito? Ve lo dico subito!

È necessario allenamento per fare il cammino di Santiago?

Come ho detto all’inizio, l’allenamento per il cammino di Santiago è fondamentale, ma non per i motivi che immagini.

Forza e resistenza

Probabilmente immaginerai che allenandosi aumenterai la resistenza e avrai maggiore forza per affrontare il cammino. In parte è così, ma vale più che altro per le prime tappe. Soprattutto se hai intenzione di fare il cammino di Santiago da Saint Jean, l’allenamento ti aiuterà per la prima tappa di montagna. In quell’occasione ho visto moltissimo la differenza tra chi era allenato e chi no.

Quello che ho notato è stato che più passava il tempo, più questa differenza svaniva. Sarà il cammino di Santiago stesso il tuo allenamento. Infatti anche chi era arrivato senza alcun tipo di allenamento, dopo un po’ di giorni aveva le stesse mie capacità di sopportare il peso dello zaino, la fatica fisica o di affrontare le salite.

Ciò che faceva la differenza semmai era la differenza di passo e la frequenza delle pause. C’è chi camminava veloce, chi piano. Chi si svegliava presto e poi faceva tante pause, chi partiva tardi e camminava senza sosta. Queste però sono cose che non dipendono dall’allenamento, ma dal tuo modo personale di affrontare il Cammino di Santiago.

La prova dell’attrezzatura

L’allenamento prima di affrontare il Cammino di Santiago è fondamentale per provare l’attrezzatura. Questa è una cosa a cui nessuno presta abbastanza attenzione, ma è importantissima. Dovrete provare tutto, persino le mutande! Dico davvero. Quando sarete lì e scoprirete che avete comprato una maglia nuova che però si arrotola continuamente mentre camminate, vi troverete a dover decidere se abbandonarla, se prenderne un’altra o se sopportarla.

Dopo la prima settimana di allenamento, Stefano (il mio compagno di viaggio) ha scoperto che le sue scarpe che di solito andavano benissimo, dopo un tot di km gli provocavano una vescica sulla caviglia. Ne ha comprato un altro paio che ha testato per circa 200 km di allenamento senza dare problemi. Io invece ho dovuto decidere di lasciare a casa un pile che mi ero comprata, perché era senza tasche, mentre io ne sentivo la necessità. Ho anche dovuto scartare una maglia che aveva una cucitura che sfregava contro la bretella dello zaino, dandomi fastidio.

E i calzini, li preferite fino al ginocchio o più corti? La borraccia vi sta nella retina dello zaino o dovete trovare un’altra soluzione? Insomma, provate tutto. Tutto. Essere comodi e preparati sarà fondamentale per proseguire serenamente nel cammino.

Conoscersi grazie all’allenamento per il Cammino di Santiago

Forse questa è davvero la ragione principale per cui è importante l’allenamento per il cammino di Santiago. Perché anche se non saprei come provarlo, sono sicura che se né io, né Stefano, abbiamo avuto alcun tipo di problema serio lungo il cammino, è perché non abbiamo mai esagerato. Ma l’unico modo per capire se stai esagerando è conoscersi e saper ascoltare i segnali del proprio corpo. Perché i primi giorni, carichi dell’emozione della nuova avventura, vedevamo che arrivavamo a fine tappa sereni e senza fatica. La nostra tentazione era quella di camminare di più, di arrivare a sentirci stanchi come gli altri.

Ma ci siamo trattenuti. Abbiamo ricacciato indietro quella tentazione, ricordandoci che avevamo tempo per aumentare il passo, ma non era il momento giusto per farlo. Sapevamo grazie al nostro allenamento che i 10/15 km li facevamo senza neppure accorgercene. Però sapevamo anche che 30 km con dislivello li potevamo fare senza problemi, ma che il giorno dopo saremmo stati stanchi. E all’inizio non dovevamo arrivare stanchi, rischiando di portarci dietro quella stanchezza per tutto il viaggio. Volevamo abituare con calma il nostro corpo a quella nuova routine.

Ogni tappa quindi la decidevamo in base alla conoscenza che avevamo delle nostre capacità, della nostra resistenza e delle reazioni che avremmo avuto. Ogni tappa era basata sulle nostre stesse sensazioni, non su quello che diceva una guida. E ogni volta che percepivamo un fastidio, ci fermavamo prima che diventasse dolore. Io a volte sentivo il fastidio da vescica quando superavamo i 35 km. Quello era un indizio per sapere che quel giorno dovevo fermarmi. In questo modo il dito arrossato guariva e non mi si è mai formata una vescica.

Come pianificare l’allenamento per il cammino di Santiago?

Quanto e come allenarsi dipende molto dalla situazione iniziale. Io ad esempio nel giro di due mesi mi sentivo ampiamente pronta per iniziare, ma del resto prima ancora di decidere di partire facevo un lavoro che mi portava a passare molte ore in piedi e in movimento, vivevo a 2000 metri di altitudine e passeggiavo abitualmente in montagna. Quindi la prima cosa da fare è iniziare a camminare quanto più spesso riuscite.

Se ad esempio abitate in un palazzo con l’ascensore, abituatevi a non prenderlo e a fare le scale. Se usate la macchina o i mezzi pubblici per andare a lavorare, parcheggiate o fermatevi prima e fate 20 minuti a piedi per arrivare a destinazione. Nel weekend camminate in montagna e la sera andate a passeggiare quando potete. Già questo potrebbe bastare per provare l’attrezzatura e imparare a conoscere il vostro corpo. Ascoltatevi. Se il giorno dopo un’escursione in montagna andate a fare una passeggiata in piana di un’ora, come vi sentite?

Se volete fare addirittura un passo in più, informatevi sui percorsi che potete fare vicino a casa. Pensate ad alcuni itinerari diversi tra loro e iniziate dal più facile. Il primo sarà intorno ai 10 km senza dislivello. Il secondo sarà più lungo o con più dislivello. Il terzo ancora di più e così via. Fino a provare un paio di volte una simulazione di tappa. Nel mio caso sapevo che la tappa più difficile sarebbe stata di 30 km in montagna e quella è stata l’obiettivo del mio allenamento.

Come prendersi cura del proprio corpo durante il cammino?

Un consiglio d’oro che ti do, è quello di prenderti cura del tuo corpo mentre sei in cammino. Prevenire è meglio che curare, e non si tratta solo di un detto, è la verità!

Prima di partire trova su youtube degli esercizi di stretching per collo, schiena, anche e gambe. Falli tutti i giorni quanto finisci una tappa, o magari anche durante qualche pausa. Te lo dice una persona che ha smesso di farli al ventesimo giorno e se ne è pentita! Mi è bastato interrompere per due o tre giorni la mia routine di stretching per trovarmi con un polpaccio contratto. Fortunatamente me ne sono accorta subito, quindi quel giorno mi sono fermata prima degli altri, ho massaggiato e tirato la zona per ore. Il giorno dopo ho raggiunto i miei compagni di viaggio facendo 42 chilometri in piena forma!

Usa le creme specifiche. A fine giornata spalma una crema rilassante sulle gambe. Ce ne sono di tantissimi tipi e danno un gran sollevo. Ne ho dovute comprare diverse lungo il cammino perché finivano subito!

Metti la vaselina o una crema anti-sfregamento prima di mettere i calzetti al mattino e la sera prima di andare a letto. Potrebbe farti strano la sensazione, ma sarà utile per evitare le vesciche e tenere i piedi idratati.

Cammino di Santiago stanze

Vuoi fare il cammino di Santiago? Ecco cosa sapere oltre all’allenamento

Ricordo che prima di partire avevo tantissimi dubbi e alcuni non trovavano risposta nonostante i miei dubbi. Come sarà cambiato il cammino con il Covid? Come saranno i bagni? Ottobre è un buon periodo? Riuscirò o mantenere la mia dieta vegetariana durante il cammino?

Tutte quelle domande me le sono segnate e ora che sono tornata, piano piano sto rispondendo attraverso i miei articoli. Ecco quelli scritti fin ora:

Tutti gli articoli sul Cammino di Santiago

Inoltre per pianificare le tappe e scegliere gli ostelli ci siamo trovati molto bene con l’app Buen Camino. In questo modo riuscivamo a vedere con precisione i chilometri, il dislivello, quanti chilometri erano su strada e quanti su sterrato, le votazioni degli ostelli, dove si trovavano le deviazioni, chi aveva lavatrice, asciugatrice o cucina. Insomma, tutto!


Seguimi per altri consigli e Buen Camino!

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