Amo immergermi nella cultura, nelle tradizioni e nell’anima del luogo che visito. Quindi quando si è presentata l’occasione di fare surf a Fuerteventura andando a caccia dell’onda perfetta, l’ho colta al volo. Incredibile che non ci avessi pensato prima di partire, pazzesco che non l’avessi inserita nelle cose da fare. Eppure gli sport legati al mare sono un pilastro di quest’isola. Fuerteventura ha tante sfaccettature e il surf è una di quelle da vivere al massimo. Questa esperienza è stata davvero incredibile perché per un giorno mi sono sentita parte di un mondo, immersa in una di quelle realtà da film.
Come abbiamo scoperto la scuola di surf a Fuerteventura
Tutto è partito dal fatto che Stefano era alla disperata ricerca di un luogo dove fare windsurf. Ma purtroppo, eravamo nell’isola famosa per il suo vento, paradiso dei surfisti, e non c’era vento! Già, ottobre è un periodo poco ventoso e il poco vento che c’era soffiava dalla parte sbagliata. Una mattina che sembrava essere un po’ meglio delle altre siamo andati alla scuola Flag Beach a Corralejo. Come spesso succedeva a Corralejo abbiamo incontrato un italiano con cui abbiamo fatto due chiacchere.
No, ottobre non era proprio il periodo giusto per il windsurf a Fuerteventura, però per il surf era un buon periodo di onde! Ci ha detto che la scuola organizzava lezioni di gruppo di surf, quindi se volevamo potevamo unirci a loro. Ma siccome Corralejo non era il posto migliore per il surf, saremmo partiti da lì, caricando le tavole sul fuoristrada e andando alla ricerca della spiaggia con le onde migliori.
Mi è sembrata subito un’esperienza meravigliosa è imperdibile! Quindi anche se non sono assolutamente capace di fare surf, e in generale sono negata per qualsiasi sport, non potevo tirarmi indietro di fronte a questa avventura!
La mattinata di surf a Fuerteventura
Ci siamo presentati in perfetto orario alla scuola e abbiamo scoperto che il nostro maestro era un bel ragazzo francese che sembrava uscito da un film sui surfisti! Abbiamo quindi comunicato tutto il giorno in inglese e con un pochino di spagnolo, ma anche se non siamo molto ferrati con l’inglese, non abbiamo avuto nessun problema a capire tutte le istruzioni.
Potevamo decidere se seguire il fuoristrada con la nostra macchina a noleggio o se salire a bordo con il maestro e gli altri due ragazzi che avrebbero fatto lezione con noi. Ovviamente siamo saliti sul fuoristrada, sicuramente per vivere questa esperienza fino in fondo entrando nel mood surfista, ma anche perché un ragazzo argentino ci ha detto che probabilmente avremmo fatto dei tratti di sterrato, cosa che è sempre meglio evitare con la macchina a noleggio.
Abbiamo caricato le tavole sul tettuccio del fuoristrada e siamo partiti in direzione ovest, alla ricerca delle onde migliori. Alla fine, la spiaggia scelta per la nostra lezione è stata Piedra Playa, con bellissime onde perfette, ma non troppo grandi. La spiaggia era grande e sabbiosa, delimitata da una parete di roccia. Portare giù le tavole dal parcheggio alla spiaggia è stata una passeggiata, ma riportarle su in salita è stata un’impresa.
In spiaggia
Una volta arrivati sulla spiaggia abbiamo iniziato lo stretching. E’ stato un momento molto bello perché era mattina, l’aria era fresca e ci siamo presi per mano in cerchio in silenzio per iniziare a tirare i muscoli. Dopodiché è iniziata una breve parte teorica, dove ci è stato spiegato come prendere l’onda, quando e come salire in piedi sulla tavola.
Inutile dire che il primo tentativo è stato un disastro! Il fatto è che anche i tentativi seguenti non sono stati un gran che. Non essendo molto atletica non è stato facile prendere confidenza con la tavola e con le onde. Però ogni volta che cadevo non vedevo l’ora di riprovarci! Mi divertivo talmente tanto a lanciarmi sulle onde che mi sono resa conto che era il momento di fare una pausa solo quando non sono riuscita a rispondere a una domanda dell’istruttore per colpa del fiatone!
Così ho deciso di fare una pausa. Ho appoggiato la tavola sulla sabbia e mi sono seduta ad osservare Stefano. Si perché mentre io non riuscivo ad alzarmi neppure sulle onde più piccole, lui era riuscito a mettersi in piedi sulla tavola già al secondo tentativo! Verso fine giornata io sono riuscita a mettermi in piedi sulla tavola, mentre lui è persino riuscito a surfare un’onda più grande.
Il ritorno
Dopo questa giornata mi sentivo rigenerata. Ho capito che questo sport è fatto di attesa, momenti di silenzio in cui resti in pace con te stesso seduto sulla spiaggia o sulla tavola in mezzo al mare. Ho anche scoperto perché i surfisti hanno un fisico super muscoloso: questo sport è incredibilmente faticoso! Finita la mattinata siamo tornati a casa, distrutti dalla fatica, ma felici.
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